La crisi economica che si tocca con mano
Nella cara e vecchia Europa è ormai in vigore la politica del rigore, improntata al modello tedesco portato avanti dalla cancelliera Angela Merkel. Questa viene presentata infatti come l’unica strada possibile da intraprendere per cercare di uscire dalla crisi che sta attanagliando uno ad uno gli Stati membri della UE, con davvero pochissime eccezioni. Ma stiamo seguendo veramente la via giusta?
Spagna, Grecia e Italia: tre nazioni da guarire
Di certo non ci si poteva illudere che la crisi, quella vera, potesse riguardare esclusivamente la Grecia. Il male che affligge l’Europa si è infatti esteso ormai a molti dei principali Stati membri e così con i riflettori puntati, in prima fila nella “lista nera”, ci sono anche la Spagna e l’Italia. Entrambi i Paesi hanno visto salire alle stelle il tasso di disoccupazione giovanile e adesso quella che viene loro imposta è la politica del sacrificio, fatta di tasse in aumento e di una conseguente ed inevitabile riduzione dei consumi.
Il debito pubblico non fa bene allo Stato
La questione è piuttosto semplice. Dal momento in cui gli Stati si trovano a dover far fronte ad un debito pubblico enorme, chi è al Governo si trova a sua volta costretto a porre rimedio mettendo in atto dei provvedimenti anche impopolari, quali l’aumento dell’IVA o, come si è verificato in Italia, l’introduzione dell’IMU. Del resto l’alternativa sarebbe il fallimento e quindi sembra proprio non esserci altra scelta.
Meno spread e maggiore concretezza
Alla parola crisi viene ormai automaticamente associata da qualche tempo la parola inglese “spread”. In italiano la traduciamo con “differenziale” e molti di noi fino a meno di un anno fa non ne avevano mai sentito parlare. Invece adesso lo spread è al centro dell’attenzione e su di esso gli esperti intavolano accese discussioni anche in televisione. E’ importante, tuttavia, che oltre che di spread si parli anche dell’economia più reale, quella che interessa in modo concreto milioni di persone e che in fondo non è altro che l’economia di tutti i giorni, quella della gente che va al mercato a fare compere e che sempre più spesso con quel poco che guadagna non riesce a far fronte a delle spese sempre più ingenti. E’ colpa della crisi, si dice. Ma cosa si può fare di più concreto per cercare di risollevare l’economia dell’Europa intera? Questo è quello che ciascuno di noi dovrebbe chiedersi, cercando nel suo piccolo di dare un proprio personale contributo al miglioramento generale.