Come combattere l’insonnia occasionale
Il sonno è uno degli aspetti più importanti da considerare quando si parla di salute. Molto spesso, però, può essere caratterizzato da momenti di scarsa qualità. Se questi ultimi non sono prolungati nel tempo, si parla di insonnia occasionale. Come combatterla? Scopriamo, nelle prossime righe, qualche metodo che può rivelarsi utile.
L’importanza della regolarità
Prima di andare a lavorare sugli aspetti profondi, quando si parla di risoluzione del problema dell’insonnia occasionale è necessario concentrarsi sulle basi. Come si può leggere in questo ottimo articolo con tanti consigli per dormire bene, andare a letto e alzarsi sempre alla stessa ora è fondamentale. Il nostro corpo, essendo noi creature abitudinarie, beneficia tantissimo di questa abitudine. Un consiglio utile al proposito prevede il fatto di mettere la sveglia non solo per uscire più rapidamente dal letto, ma anche per coricarsi all’ora giusta.
Se possibile, è bene mantenere i medesimi ritmi anche il fine settimana. Dopo le prime tre settimane di fatica, quasi sempre il corpo riesce ad abituarsi (ci vogliono più o meno 21 giorni per acquisire un’abitudine e radicarla nella quotidianità).
Addio ai rimugini
L’insonnia occasionale è, molto spesso, una conseguenza dei rimugini. Con questo termine tecnico, molto comune nelle neuroscienze, si inquadrano i pensieri ossessivi che prendono il sopravvento nella mente, dominando quasi tutti i momenti, compresi quelli da dedicare alla quiete del sonno.
Come affrontare tutto questo? Sono diversi i passi da compiere. Prima di tutto, bisogna lavorare sulla consapevolezza. Necessario è interrogarsi in merito alla natura del proprio pensiero. Si tratta di una riflessione che può essere paragonata a un circuito chiuso, indi senza uscita, o di qualcosa che, in un modo o nell’altro, arriva a un dunque?
Il passo successivo prevede la riflessione chiara sul prezzo che si paga con il rimuginio. Essenziale è essere concreti e, per esempio, partendo dalla scarsa qualità del sonno arrivare alle conseguenze che quest’ultima può avere sulla socialità e sul lavoro.
A questo punto, con la consapevolezza chiara della situazione e delle sue conseguenze, si può iniziare a lavorare su un altro piano, ossia quello della visualizzazione.
Cosa bisogna fare di preciso? Immaginare la situazione che desta preoccupazione in maniera vivida, ma nella sua versione positiva. Se, per esempio, si rimugina sul possibile esito di una presentazione di lavoro, è cruciale fermarsi, chiudere gli occhi, e avere bene chiare in testa la propria immagine mentre la si tiene e si ha successo. Nodale, per ottenere risultati, è concentrarsi sui colori, sui suoni, sulle sensazioni e su dove partono nel corpo.
Diverso il caso in cui il rimuginio riguarda il possibile punto di vista di un’altra persona su un determinato aspetto. In questo frangente, aiuta tanto il fatto di esercitarsi a scendere a patti con l’impossibilità di controllare tutto.
Si è responsabili delle proprie azioni. Nel momento in cui, ogni giorno, nel lavoro e nella vita privata si fa il meglio con quello che si ha in ogni istante, a prescindere dal risultato, il pensiero sul punto di vista degli altri diventa ininfluente, perché si è perfettamente consci delle proprie potenzialità.
Il ruolo della tecnologia
Molto spesso, per dire addio al problema dell’insonnia occasionale è sufficiente moderare l’utilizzo dei dispositivi tecnologici. L’esposizione alla luce dei loro schermi, infatti, inibisce la sintesi della melatonina, ormone prezioso dal punto di vista della regolarità del ritmo sonno – veglia.
La cosa giusta da fare è spegnerli almeno un’ora prima di andare a dormire e dedicarsi ad attività come la lettura, che favorisce la concentrazione e, in generale, il benessere mentale.
Per alzarsi dal letto la mattina, è quindi meglio rispolverare la cara e vecchia sveglia analogica. Se non si ha intenzione di affaticare eccessivamente la mente durante il giorno, è opportuno limitare in generale l’utilizzo dello smartphone e passare almeno un’ora al dì con le notifiche inattive.