Gaming, le tecnologie che stanno cambiando il settore
Videogiochi e tecnologia vanno a braccetto praticamente da sempre: è innegabile, infatti, che a fronte di un progresso in ambito tecnologico si è sempre avuto un eguale progresso in ambito videoludico. Questo fin dagli albori della storia dei videogame, il 1962, anno di uscita di Spacewar! Storicamente parlando, il tempo trascorso da quella data è poco ma a livello tecnologico i passi avanti fatti sono stati enormi. Ciò è facilmente riscontrabile anche solo paragonando i titoli dei primi anni 2000 con quanto prodotto ora: vi è un abisso in termini di grafica e giocabilità, pur essendo trascorsi solo due decenni. Ciò vale sia per i titoli più celebri come Call of Duty sia per giochi che si ritrovano online e vengono utilizzati anche da un utente meno esperto o infine quelli presenti nelle sale virtuali come le slot dello sviluppatore Play’n Go e altre software house o ancora le versioni digitali di roulette o poker. Ad oggi sono numerose le tecnologie che stanno provando a dare un’ulteriore scossa ad un mercato che resta tra i primi a livello globale per introiti.
Il cloud gaming è una delle tecnologie verso cui la maggior parte delle aziende sta rivolgendo la propria attenzione nel settore. Richiede, tuttavia, investimenti molto corposi e al momento sono ancora poche le realtà che hanno scelto di puntare attivamente su questa novità: si tratta di Microsoft e Sony. Al momento lo scetticismo prevale soprattutto tra i puristi del videogame, coloro i quali ritengono ancora fondamentale l’acquisto del gioco fisico nella singola custodia. Il funzionamento del cloud gaming è molto simile a quanto avviene con i colossi dello streaming in quanto a serie tv e film, quali Netflix ad esempio (che ha recentemente annunciato il suo ingresso anche nel cloud gaming), ma anche Disney+ o PrimeVideo. In sintesi, le aziende che offrono abbonamenti hanno al loro interno un catalogo di giochi entro cui l’utente può scegliere: sarà sufficiente la connessione internet per far funzionare il gioco, oltre ovviamente ad una console per il suo funzionamento. L’aspetto interessante riguarda però la tipologia di connessione richiesta, infinitamente maggiore rispetto a quella necessaria per la visione in streaming di una puntata di una serie tv. Per tale ragione lo sviluppo del cloud gaming va di pari passo con quella del 5G, che migliorerebbe esponenzialmente la qualità di internet oggi conosciuta.
Al momento sembra invece essere in declino il visore per la realtà aumentata, che invece si pensava potesse riscuotere un grande successo in ambito videoludico. Come spesso accade a proposito delle innovazioni in ambito tecnologico, infatti, sono numerose le voci contrarie. La prima riguarda il rischio per i giocatori di sviluppare una sempre più marcata dipendenza dal mondo interno ai videogiochi, ora vivibili a 360° gradi grazie a questo nuovo dispositivo. Al momento un suo tutt’altro che ottimale sviluppo è anche legato a fattori economici. La sua costruzione richiede l’utilizzo di tecniche altamente specializzate e di conseguenza anche il suo costo non è alla portata di tutti gli utenti. Al momento, infatti, da ricerche condotte da una società statunitense è emerso come solo il 9% degli utenti abituali fa uso della realtà virtuale per il gioco, la maggior parte si dividono tra le classiche console o il computer.