Non solo napoletane: quante carte da gioco regionali esistono in Italia?

Regina di picche

Le carte da gioco regionali sono estremamente diffuse in Italia e spesso sono molto più apprezzate di quelle francesi. Chi vuole approcciare a specifici giochi che non si praticano con le solite carte francesi non può non fare la conoscenza dei mazzi italiani. Anche solo per comprendere le regole del gioco della Scopa, ad esempio, è essenziale saper riconoscere alcune carte peculiari come il 7 di denari, così come nel Sette e mezzo il re di denari gioca un ruolo eminente. Tra questi tipi di mazzi emergono in primis quelli napoletani, composti da 40 carte.

Si va dall’asso al 7 per poi proseguire con le figure della donna, del fante e del re. Al contrario delle carte francesi, infatti, non sono presenti gli 8, i 9, e i 10 in formato prettamente numerico. Ad essere differenti sono anche i semi: anziché cuori, quadri, fiori e picche si trovano denari, coppe, bastoni e spade, che sono semi di tipo spagnolo.

Non tutti sanno però che quelle napoletane non rappresentano l’unica alternativa alle carte francesi. Numerosi sono i mazzi regionali che circolano nello Stivale e che presentano talvolta anche semi “italiani”, con le spade che diventano scimitarre e i bastoni che vengono sostituiti dagli scettri.

Procedendo in rigoroso ordine alfabetico, non si possono non menzionare innanzitutto le carte bergamasche, che si caratterizzano per la presenza di figure a due teste a divisione orizzontale e che misurano 50×94 mm. Alcune specifiche carte si distinguono per dei tratti particolari. Ad esempio, il 4 di spade è noto come “margì” in riferimento alla donna raffigurata al centro, mentre sull’asso di bastoni si legge il motto “Vincerai”.

In qualche esemplare è possibile imbattersi persino in 4 carte carte aggiuntive, di cui 2 che contengono i numeri dall’1 all’8 e 2 che recano invece i numeri dall’1 al 10. Dalla forma più stretta e allungata sono invece le carte della Primiera bolognese, che misurano 49×104 mm, ma sempre meno utilizzate al giorno d’oggi. Un tempo il mazzo bolognese contava 52 carte, poi è stato ridotto a 40.

L’unico mazzo regionale ad essere formato ancora da 52 carte è quello bresciano, perché altrimenti non si potrebbe giocare a cicera bigia, diffusissima in Lombardia. Anche le carte bresciane hanno delle dimensioni curiose, tanto che con 43×88 mm risultano essere le più piccole d’Italia.

Alcune carte vantano dei soprannomi: il fante di coppe è noto come “Fant cagnì” e l’asso di coppe come “Angiulina”. Stranamente, sulle carte genovesi sono raffigurati invece i classici semi francesi e le figure sono doppie a linea di divisione diagonale. Misurano 58×88 mm e alcune versioni dei mazzi contano solo 36 carte.

Più diffuse sono indubbiamente le carte milanesi, anch’esse a seme francese, che misurano 50×94 mm. Le figure sono doppie a divisione orizzontale e tutte le carte vantano una bordatura interna. La carta più caratteristica viene individuata nel fante di fiori, che presenta sul petto il biscione visconteo, simbolo della città.

Abbastanza note sono anche le piacentine, con figure a due teste a divisione orizzontale. Si narra che siano state importate ai tempi dell’occupazione francese, poiché i soldati transalpini le impiegavano per giocare ad Aluette. Le loro dimensioni sono le stesse delle carte milanesi. Leggermente più piccole sono invece le carte piemontesi, a seme francese. Le carte romagnole sembrano una commistione tra quelle napoletane e quelle piacentine, mentre le sarde somigliano fortemente alle tipiche carte spagnole.

Altre carte piuttosto minute sono quelle siciliane, che infatti presentano disegni meno elaborati, eccezion fatta per gli assi. In alcuni mazzi il 3 di denari ha inciso la figura della trinacria, simbolo della regione. In passato il fante di bastoni raffigurava addirittura Giuseppe Garibaldi, la cui storia è notoriamente legata alla Sicilia con la spedizione dei Mille, mentre uno dei re rappresentava chiaramente Vittorio Emanuele II.

Infine, non si possono non menzionare le carte toscane e quelle trevisane. Le prime sono a seme francese, con figure intere, e misurano 67×101 mm. Le seconde, invece, compongono mazzi da 40 o da 52 e il valore numerico di ogni carta è indicato in alto a sinistra e, capovolto, in basso a destra, un po’ come accade con le classiche carte francesi.

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