Quanto guadagna un insegnante in Italia?
Per lavorare come docenti nella scuola pubblica italiana occorre passare un concorso e solo in seguito si può diventare titolari, a tempo indeterminato, di una cattedra. Le cifre che si stanno per snocciolare fanno ovviamente riferimento non a contratti a tempo determinato, quelli derivanti dalle MAD ad esempio (cioè dalla Messa A Disposizione), ma per quelli senza scadenza.
Infine, un’ultima precisazione doverosa: il termine insegnante fa riferimento in generale a colui o colei che lavorano nell’ambito della didattica all’interno della scuola, senza però distinguere tra i vari gradi d’istruzione. Si tratta in realtà di una differenza importante, sia nei requisiti richiesti per accedervi sia a livello retributivo.
Partendo da quelle che sono le scuole dell’infanzia e primaria, vale a dire rispettivamente materna ed elementari, i maestri vengono pagati al medesimo modo. L’elemento che incide maggiormente sullo stipendio mensile è l’anzianità, ma ciò in realtà vale in tutte le scuole di ogni ordine e grado: di conseguenza, maggiori sono gli anni di lavoro conseguiti, maggiore è lo stipendio. In media il primo stipendio varia dai 1200 ai 1300 euro netti, può salire fino ai 1700 nel caso si abbiano almeno 10 anni all’attivo.
Quando si è invece prossimi al finire della propria carriera lavorativa, si possono superare senza problemi i 2000 euro mensili. Il guadagno aumenta nel caso degli insegnanti nella scuola media, che coincide con la scuola secondaria di primo grado. In questo caso lo stipendio di ingresso parte dai 1500 euro e può raggiungere i 1700 al decimo anno di carriera.
Meritano invece un discorso a parte i docenti nella scuola superiore, vale a dire quella secondaria di secondo grado. In questo caso, infatti, occorre distinguere gli insegnanti in possesso di diploma da quelli che invece hanno una laurea alle spalle, tanto nelle università tradizionali quanto in quelle telematiche come Unicusano.
Per quanto riguarda quelli non laureati, hanno uno stipendio di partenza che si aggira tra i 1200 ed i 1300 euro mentre, chi è in possesso di una laurea, parte da un netto di 1500 euro. Si superano agevolmente i 2000 euro mensili dopo aver maturato almeno 20 anni di carriera.
Molto diverso è invece il mondo dei supplenti, la cui retribuzione è differente perché strettamente legata al periodo che si svolge dentro la scuola. Le supplenze più ambite sono ovviamente quelle che si riferiscono ad un intero anno, con la possibilità di arrivare ad un guadagno mensile di circa 1300 euro. Nel caso però di supplenze occasionali, non mancano docenti che testimoniano uno stipendio raramente superiore ai 600 euro al mese. Alla normale retribuzione, tuttavia, occorre aggiungere aspetti che possono andare ad incrementare, in maniera indiretta, il guadagno mensile complessivo.
Si tratta di bonus riservati agli insegnanti come ad esempio la carta del docente, una carta elettronica dal valore di 500 euro: è una cifra che può essere investita dai docenti per l’acquisto di libri, materiali per la didattica o ancora corsi e certificazioni per implementare le proprie capacità.
Volendo tirare le somme, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, la retribuzione degli insegnanti in Italia è al top considerando gli altri paesi europei e si posiziona al quarto posto. La penisola è infatti dietro solo a paesi come Austria, Spagna e Svezia. La classifica risulta però diversa se si confrontano gli stipendi a fine carriera, quando l’Italia si vede sorpassata anche dalla Spagna.