Come funziona la psicoterapia
Chiunque si accinga ad affrontare la psicoterapia e ancora non sa bene cosa aspettarsi, troverà sicuramente almeno parte delle risposte che cerca proprio in questo articolo.
La gentile Dott.ssa Maria Vittoria Montano, psicoterapeuta a Pescara, ha contribuito a fornire le preziose informazioni che avrete modo di leggere, utili a comprendere come funziona tale percorso terapeutico e cosa occorre per effettuarne un primo approccio con serenità.
Il colloquio clinico
Proprio il primo approccio con la psicoterapia tende di norma a generare dubbi e curiosità agli occhi del potenziale paziente. Sono molte infatti le domande che attanagliano la testa di chi sta per intraprendere tale percorso e proprio per questo, occorre avanzare per gradi. La psicoterapia è di fatto un vero e proprio colloquio clinico entro il quale il principale strumento di espressione del paziente così come del terapeuta è la parola.
Il primo colloquio generalmente è dedicato all’accoglienza, all’analisi delle problematiche menzionate dal paziente e dalla relativa raccolta di informazioni legate al background del paziente, sia personale che familiare. Durante la prima seduta si analizzano infatti le motivazioni che hanno spinto il paziente a rivolgersi allo psicoterapeuta, per poi giungere successivamente durante il percorso, a quella che è la specifica definizione degli obiettivi terapeutici.
In sostanza dunque il primo colloquio è quello che in gergo viene definito assessment, grazie al quale il terapeuta cerca di comprendere il paziente e il relativo microcosmo di significati, così come i fattori che hanno contribuito a determinare le problematiche che lo stesso riscontra e relative manifestazioni.
A cosa serve la psicoterapia e dopo quanto tempo si possono riscontrarne i benefici
Non esistono regole auree quando si parla di percorsi psicoterapici, questo poiché proprio la psicoterapia non dispone di uno svolgimento lineare e omologo: la terapia può infatti vedere alternarsi fasi di stallo a momenti di rapidissimo avanzamento, uniti sovente a momenti addirittura di regressione. Non è dunque possibile determinare a priori quello che sarà il numero di sedute necessarie a completare il percorso così come il raggiungimento degli obiettivi previsti. Lo stesso può durare da pochissime sedute, a pochi mesi o addirittura anni, tempistiche suscettibili a differenti fattori quali:
- L’intensità e la frequenza delle sintomatologie presentate dal paziente;
- Il background clinico e famigliare;
- La presenza di eventuali fattori che contribuiscono a determinare situazioni di particolare malessere;
- L’atteggiamento riscontrato dal paziente nell’ambiente famigliare;
- L’eventuale presenza di una rete di supporto sociale;
- L’approccio terapeutico scelto.
Principale obiettivo dello psicoterapeuta è quindi comprendere il paziente nella sua interezza prendendone in considerazione il passato e il presente così come tutte le esperienze che ne possono essere in qualche modo influenzate. Per questo motivo la terapia si avvale di:
- Tecniche conversazionali, strutturando la seduta in funzione degli obiettivi momentanei stabiliti precedentemente alla stessa;
- Procedure esperienziali quali tecniche di rilassamento, sogni guidati ecc.
- Tecniche immaginative finalizzate alla presa di contatto del paziente con le emozioni e la propria esperienza corporea.
Particolare importanza è assunta tuttavia dalla cosiddetta relazione terapeutica, ritenuta da sempre il principale strumento di cambiamento, questo poiché lo stesso terapeuta, può rappresentare per il paziente un’importante figura di riferimento grazie al quale lo stesso tenderà a riproporre le medesime dinamiche relazionali attuate con le sue figure di attaccamento presenti nel quotidiano quali genitori, nonni, persone che in qualche modo hanno comunque lasciato un segno nella vita del paziente.
Perché la psicoterapia è così efficace
La psicoterapia si differenzia da quello che potrebbe essere il dialogo con un amico sincero poiché permette di vivere un’esperienza nuova, in parte sconosciuta ma di fatto correttivo-emozionale. Le indicazioni e i suggerimenti, così come le interpretazioni e le reazioni scatenate durante ogni seduta danno vita a particolari dinamiche tra paziente e terapeuta che contribuiscono a determinare un vero e proprio sblocco, definito insight. Sarà esattamente in quel momento che il problema verrà visto mediante una nuova visione e occhi nuovi.
Non si tratta di magia, ma di qualcosa che sfugge alla razionalità, ben diverso da un semplice apprendimento di nuove regole e modelli comportamentali. È esattamente a questo punto che il paziente inizia a trarre beneficio dalla terapia, a sentirsi meglio, a percepire più energie, nuove speranze e voglia di fare e di riprendere il controllo delle redini della propria vita, sviluppando la capacità di rinascere e attribuendo il giusto peso a quanto di norma può influenzare negativamente l’esistenza.