Inflazione lenta, ma se accelera è pericolosa per i mercati azionari
Per un verso o per l’altro, sarà ancora una volta l’inflazione a definire la direzione che prenderanno i mercati. Le prospettive globali ipotizzano uno scenario di base con inflazione crescente, ma in tono molto moderato. Tuttavia alcuni aspetti recenti hanno riacceso la possibilità che una sorpresa inflazionistica possa davvero verificarsi nei prossimi mesi. La conseguenza sarebbe quella di accelerare i processi di normalizzazione monetaria da parte delle Banche Centrali, e quindi portare a un inasprimento delle condizioni finanziarie penalizzando l’azionario.
Sui mercati si sta assistendo a un doppio fenomeno. Da un lato la corsa a vendere sui mercati azionari, dall’altro il balzo all’insù della volatilità. Tutte conseguenze logiche di un contesto economico che a livello globale è favorevole, accompagnato da prospettive di politica monetarie meno accomodanti rispetto al recente passato. Nei prossimi mesi sono attesi sia altri 3/4 interventi da parte della Federal Reserve, sia il primo ritocco dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. Per non parlare del Giappone, fermo ormai a tassi negativi da fin troppo tempo.
Due fenomeni per tre ragioni
Il doppio movimento che si sta verificando sui mercati è riconducibile a tre ragioni. Anzitutto il trading, e in particolare alle compravendite dei titoli basate su algoritmi. Che si parli di tecniche di trading intraday forex o di operazioni a lungo termine, comunque questo tipo di attività ha innescato massicci stop loss (cioè vendite conservative ordinate per limitare le perdite). In secondo luogo la messa in discussione della crescita dei profitti aziendali (a causa dell’aumento delle retribuzioni e dei maggiori costi di finanziamento). In ultimo va messo in conto il rialzo dei rendimenti obbligazionari (che diminuisce l’appeal dell’investimento nel comparto azionario).
Va comunque considerato che ci troviamo in uno dei contesti macroeconomici più propizi degli ultimi anni. Del resto l’economia cresce rapidamente e lo fa ad un ritmo che non si vedeva da prima dello scoppio della crisi. Ma lo scenario futuro per i mercati dipenderà ancora all’inflazione, perché è sulla base dei suoi movimenti che si attiveranno le banche centrali.